domenica 24 maggio 2020


'TANTO RUMORE PER NULLA'
L'"ARCOBAMAGGIO" SPLENDE SUL LAGO




Non centra Pirandello, tanto meno Shakespeare; Il rumore cui faccio riferimento è quello del temporale che ieri stava per abbattersi sul lago. Tanto rumore, poi, come auspicabile, eccolo l'arcobaleno di maggio (da qui ' "arcobamaggio") che ha  aggiunto alla mia collezione di arcobaleni di ogni mese, quello del maggio di quest'anno.
Uno splendido arcobaleno seguito ad un coloratissimo tramonto.

Un segno,anche questo per augurare tutto il bene della ripartenza. Ma non 'è bene se non si accompagnerà con la responsabilità personale di ognuno.
Sulle note di un bellissimo brano interpretato dal mitico André Rieu vi lascio, in attesa di ritrovarci, nei prossimi giorni, sulla sabbia dorata di Porto Santo, nel mezzo dell'Atlantico dove le distanze sono facilmente superabili grazie alla lunga spiaggia dorata di nove km in un angolo di paradiso completato dalla splendida opportunità della Talassoterapia.




E ORA BUON ASCOLTO CON L'ORCHESTRA DI ANDRE' RIEU  NELL'INTERPRETAZIONE DEL

The Second Waltz (Shostakovich)

martedì 19 maggio 2020

RIPARTIRE CON COGNIZIONE

RIPARTENZA A GIUSTO RITMO
SENZA SCIUPARE LA NOSTRA VITA

Immagini di vita normale da un piccolo grande posto sul lago più bello del  Piemonte....e non solo!
Ci invitano a considerare la fine delle restrizioni imposte per tutelare la nostra salute; DUNQUE SIAMO RIPARTITI !
E' stata una ripartenza agognata e attesa con ansia, ma in taluni casi, soprattutto all'estero, abbiamo visto scene folli di piazze invase da orde di deficienti incuranti di quello che può aspettarci. E forse, accadrà ancora: l'autunno arriverà e COVID-19 SARA' ANCORA LI ad attenderci implacabile; per farci ripiombare nell'incubo del lockdown e allora,  per quel che posso, vorrei invitare soprattutto chi ha qualche (molti) di anni meno di me, di guardare alla vita, che ci ha dato tanto e non merita di essere calpestata come è accaduto. Frenatevi per tempo dall'entusiasmo del 'tutti liberi' .       




E noi facciamolo ascoltando una grande interprete indimenticabile della musica popolare italia, la 'romana'                         Gabriella Ferri, 
in un suo memorabile appello alla vita.

                                     VAI AL LINK
     https://www.youtube.com/watch?v=_nVcJ8fD0KU

mercoledì 13 maggio 2020

IN PORTOGALLO CON IL TANGO



UN SALTO IN PORTOGALLO
A TEMPO DI TANGO

Nel post di ieri abbiamo conosciuto ed ascoltato la voce di Cesaria EVORA, la voce di Capo Verde. 
Oggi quel nome torna in...ballo per due ragioni: musica e danza, ma lei non c'entra perché Évora di cui parliamo è la splendida e grande città portoghese fondata nel 1559, capoluogo dell'omonimo distretto nella Regione dell'Alentejo dichiarata dall'UNESCO, Patrimonio dell'Umanità. Évora è poi la seconda sede portoghese per antichità di una prestigiosa Università e merita sicuramente di essere proposta per una visita. Al nome della città è legato un famoso brano, uno splendido tango che voglio presentarvi. Si chiama "Tango To Evora".
 Anche quando, come in questa versione, il tango si veste delle sonorità alla disco music non perde il suo fascino; inevitabilmente si trasforma in una danza compiuta nel vero senso della parola per poi, sul finale, ritornare ad essere il ballo sensuale che lo contraddistingue per antonomasia. E quello che accade guardando questa esibizione di “Tango to Evora” cliccando questo link

Voglio però darvi alcuni indirizzi se voleste informazioni sul Portogallo e il Distretto dell’Alentejo

Câmara Municipal de Évora, 
Praça do Sertório, s/n
7004-506 Évora
Tel +351 266 777000
Fax +351 266 702950
E-Mail cmevora@cm-evora.pt

E se poi volete entrare nel cuore del Portogallo con la sua musica famosa nel mondo, ecco una lunga immersione nel FADO. 
                           >>>>Clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=RY66q43G63Y&t=40s

Prossimamente torneremo a parlare del Portogallo, 
meglio dell'Isola di PORTO SANTO, 
che amo da molti anni.



_

martedì 12 maggio 2020

LA MUSICA AGLI ESTREMI



MUSICA AGLI ESTREMI:
Dalla Norvegia a Capo Verde


E' sempre più ardito il nostro compositore che viene dai ghiacci nordici. Ieri con "Immortal" oggi con l'ultima colonna sonora per un film storico sulla Rivoluzione Francese; a comporla è ancora                  THOMAS BERGERSEN,
                           Il titolo è "CRY"



clicca sul link

Ma dopo aver gustato queste 'arie' un poco spinte in eccesso musicale (di potenza) vi lascio con qualcosa di molto delicato. Passo alla  musica dell'anima con una grande  CESARIA EVORA, scomparsa qualche anno fa, che rappresentò nel mondo la sua Isola di Capo Verde; lei fu soprannominata la “diva a piedi nudi” per la sua abitudine di esibirsi scalza ed è, probabilmente, la cantante di morna, genere musicale e della danza tipica dell'Isola, più conosciuta al mondo.
Cesária Évora perse il padre all'età di sette anni. Sua madre si sforzò così di mantenerla impiegando i magri guadagni che le venivano dal lavoro di cuoca, e alla fine l'affidò alle cure di un orfanotrofio. È stato nel coro dell'orfanotrofio che Cesária ha cominciato a cantare.
CLICCA IL LINK


E PER CONCLUDERE, UN NUOVO BRANO TUTTO DA ASCOLTARE. IN ASSOLUTO  RELAX. CE LO PROPONE LOREENA MCKENNIT,  DI ORIGINE CANADESE, MA ORMAI CONSIDERATA L'ESPRESSIONE PIU' AUTENTICA DELLA MUSICA CELTICA.                                               
CLICCA IL LINK


lunedì 11 maggio 2020

I CONSIGLI MUSICALI DI MOREA



AVEVO PROMESSO QUALCOSA DI 'DIROMPENTE'. 
CONOSCETE GIA' THOMAS BERGERSEN ?
E' UNO DEI MAGHI DELLE COLONNE SONORE PER GRANDI FILM


ECCOLO/ vai al link, ascolta e guarda "IMMORTAL"

                                         https://www.youtube.com/watch?v=s8_EakCFRP4

sabato 9 maggio 2020

DOPO IL LOCKDOWN LE PAROLE DA RICORDARE:


Le riflessioni di Pupi Avati e la Rai


Con una lunga lettera che è riflessione e auspicio, il grande regista propone scelte coraggiose alla RAI e mette sotto accusa quelli che fino a ieri hanno occupato TV e media per dirci che loro sanno tutto del virus e degli anticorpi; quelli che improvvisandosi professori dimenticano di essere solo dei modesti politici che dispensano pseudo lezioni di senso civico.  Pupi Avati si lancia in nome di centinaia di migliaia di utenti della TV di Stato (e perché no, anche di quella più inutile e vuota TV commerciale). Il messaggio del regista alla cara Rai forse cadrà nel vuoto, ma il sasso è lanciato. Grande Pupi, uomo di provincia che merita di essere cittadino onorario del mondo. Mi fa piacere leggere quanto ha scritto poiché, giorni fa, avevo io stesso come tanti interpretato questo bisogno di fare scelte culturali diverse con con i mezzi che ho a disposizione: riaprendo un vecchio blog dove ogni giorno, o quasi, propongo musica di alto livello, forse in alcune scelte, ' di nicchia', da ascoltare, da e per meditare; che ci aiuta sognare, perché un uomo che non è più capace di sognare significa che si va spegnendo poco alla volta. E questo, in sintesi, Avati afferma nel lungo appello di speranza servito’ in tempo di Coronavirus.

Lettera alla RAI, di Pupi Avati

Dormo di più la mattina, nel silenzio profondo, cimiteriale di una città morta, appartengo anagraficamente alla categoria di quelli più svelti a morire.

Ma in questo sterminato silenzio, che è sacro e misterioso e che ci fa comprendere la nostra pochezza, la nostra vigliaccheria, ci commuove la consapevolezza dei tanti che stanno mettendo a repentaglio le loro vite per salvarci.

E questo stesso silenzio sarebbe opportuno per i tanti che, destituiti di ogni competenza specifica, continuano a sproloquiare saltapicchiando da un programma all'altro privi di ogni pudore, di ogni senso del limite. Coloro che con tanta solerzia, con tanta supponenza, ci hanno accompagnato nel corso degli ultimi decenni appartengono al Prima del Coronavirus, quando era possibile il cazzeggio. Ora, se usciremo da questa esperienza, dovremo farne tesoro, dovremo trovare un senso a quello che è accaduto, soccorrendo le tante famiglie di chi ha pagato con la vita, aiutando a superare le difficoltà enormi, spesso insormontabili, nelle quali si troveranno i più, impegnandoci tutti a sostituire il dire con il fare, come accadde dopo la liberazione.

Quello che provo somiglia a quando al cinematografo negli anni cinquanta si rompeva la pellicola e accadeva che venivi scaraventato fuori da quella storia che era stata capace di sottrarti allo squallore del tuo quotidiano. Rottura accolta da un boato di delusione simultaneo all'accensione improvvisa di luci fastidiose. Me ne restavo seduto, stretto in me stesso, cercando di tenermi dentro il film, “ dimmi quando ricomincia“ dicevo a mia madre tenendo gli occhi chiusi e pregando perché quelli su in cabina si sbrigassero a riattaccare la pellicola. Perché fossi restituito al più presto a quel magico altrove. Ecco, questo tempo che sto vivendo che non somiglia a niente, è un pezzo della mia vita che vivo con gli occhi chiusi, in attesa di poterli riaprire.
E quel mondo che si sta allontanando, che non tornerà più ad esserci, che non piaceva a nessuno, del quale tutti si lamentavano, eppure temo che di quel mondo proveremo una crescente nostalgia.
E allora mi chiedo perché In questo tempo sospeso, tra il reale e l’irreale come in assenza di gravità, i media e soprattutto la televisione e soprattutto la RAI, in un momento in cui il Dio Mercato al quale dobbiamo la generale acquiescenza all’Auditel, non approfitti di questa tregua sabbatica di settimane, di mesi, per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti dando al paese l’opportunità di crescere culturalmente. Perché non si sconvolgono i palinsesti programmando finalmente i grandi film, i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e le opere dei grandi pittori, dei grandi scultori, dei grandi architetti, la lettura dei testi dei grandi scrittori, la prosa, la poesia, la danza, insomma perché non diamo la possibilità a milioni di utenti di scoprire che c’è altro, al di là dello sterile cicaleccio dei salotti frequentati da vip o dai soliti opinionisti. Perché non proporre quel tipo di programmazione che fa rizzare i capelli ai pubblicitari! Perché non approfittiamo di questa così speciale opportunità per provare a far crescere culturalmente il paese stravolgendo davvero i vecchi parametri, contando sull'effetto terapeutico della bellezza? Il mio appello va al Presidente, al Direttore Generale, al Consiglio di Amministrazione della RAI affinché mettano mano a un progetto così ambizioso e tuttavia così economico. Progetto che ci faccia trovare, quando in cabina finalmente saranno stati in grado di aggiustare la pellicola, migliori, più consapevoli di come eravamo quando all'improvviso si interruppe la proiezione. E potremo allora riaprire gli occhi.
Pupi Avati

------------------------------

E ADESSO PARLIAMO DI MUSICA. 
Il brano che ho scelto oggi è diventato famoso grazie a uno dei più belli tra gli spot degli ultimi mesi, quello di TIM per il 5G. E' "Che puro ciel". da Orfeo ed Euridice, di Gluk. Prossimamente  cambierò registro con alcuni brani ...dirompenti.



martedì 5 maggio 2020

LA 'FASE 2' IN ALLEGRIA
LA MUSICA LATINA  PER FARE FESTA

Si respira un'aria di libertà dopo i giorni trascorsi chiusi in casa. Si torna lentamente alla quasi-normalità, ma dobbiamo ancora rispettare certe regole elementari e indispensabili per evitare brutte ricadute. Così, aspettando tempi nuovi e nuove fasi di piena normalità restiamo a casa ancora, se e il più possibile. Ma non disperiamo, godiamoci la compagnia dei brani che oggi ho selezionato per chi ama il ritmo e la melodia. Lasciamoci trasportare dai ritmi latini con la "piccola orchestra" Pink Martini, fondata a Portland nel 1994 dal pianista Thomas M. Lauderdale; mescola molti e diversi generi musicali come musica latina, il genere lounge, la classica e il jazz. La loro musica spesso è stata indicata come vintage anche per via dei contenuti e dello stile e del periodo che maggiormente ispira le loro canzoni. I testi sono cantati in ben 11 lingue, compreso naturalmente l'italiano e...pensate un po, anche il napoletano. Che non  è il caso di questa delicata 'Lets Never Stop Falling In Love'.
                                        https://www.youtube.com/watch?v=2hUrN3n0Pp0

                                             
Il brano che chiude la pagina di oggi è il notissimo "Amado mio", sempre con la Pink Orchestra e la splendida cantante Storm Large.

https://www.bing.com/videos/search?q=amado+mio+pink+orchestra+yu+tube&&view=detail&mid=576365068D106C62D44C576365068D106C62D44C&rvsmid=CD150B2338A92A71EB95CD150B2338A92A71EB95&FORM=VDRVRV


domenica 3 maggio 2020

IL CINEMA SUI MURI CON 'RISO AMARO' E 'LA RISAIA'

 “RISO AMARO” E “LA RISAIA”                                                           
 NEI MURALES DI LEGRO D’ORTA

Silvana Mangano ed Elsa Martinelli, due icone del cinema d'autore sono ricordate nel primo paese dipinto italiano dedicato alle pellicole prodotte in terra piemontese negli ultimi 100 anni. Entrambe sono protagoniste di storie che hanno avuto come set le risaie del novarese e del vercellese; a ricordarle, nella "Galleria degli Artisti" Salvo Caramagno, muralista siciliano, tra i primi ad arrivare nel 'paese dipinto 21 anni or sono e Simone Ferrero, novarese, autore dello splendido mosaico inaugurato lo scorso anno: li vediamo nelle foto,la Mangano a destra, la  Martinelli a sinistra. Entrambi si trovano nella Via Vecchia Stazione che da due anni è stata denominata  "Galleria degli Artisti" perché si possono ammirare i ritratti dei protagonisti di numerosi film girati negli anni addietro sui laghi e non solo.
In alto,Elsa Martinelli (1935-2017)
Come avrete notato, il post del 1° Maggio l'ho dedicato al folklore del canto popolare italiano parlando delle origini di "Bella ciao", e delle lotte  portate avanti dalle mondine per ottenere le famose 'Otto ore'. Oggi torniamo sul tema con il ricordo di due pellicole che hanno celebrato quelle lavoratrici. Questi due importanti film, caratterizzarono il nostro cinema a cavallo tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta. Ma chi sono le protagoniste ? Sempre e ancora loro, le  mondine, il loro lavoro nelle risaie tra novarese e vercellese.Un come denominatore unisce le storie, l'amore dal tragico finale. Il primo fu “Riso amaro” del 1949, che lanciò la splendida Silvana Mangano insieme a Vittorio Gassman, Doris Dowling e Raf Vallone. A dirigerlo Giovanni De Santis candidato all'Oscar del 1951 per il lavoro che verrà selezionato tra le 100 pellicole da salvare e ricordato come il primo film del neorealismo. Sette anni più tardi, Raffaello Matarazzo si lancia nel remake dello stesso film con una sua impronta un po' più popolare e lo titola “La Risaia” La protagonista sarà una eccellente Elsa Martinelli.  




Silvana Mangano (1930-1989)

                                   Vai al link di Riso amaro 
https://www.dailymotion.com/video/x7qlfpm







                  Qui poi seguire “La Risaia”