L’IDEA DI MOREA: PORTIAMO IN TV GLI “ALPINISTI CIABATTONI”
Il presidente di “Accademia delle arti e del muro dipinto” ha nel cassetto un paio di sogni e, per uno (dell’altro parleremo dopo) sembra giunto il momento di iniziare a pensarci seriamente. L’idea che Fabrizio Morea sta accarezzando da tempo, proprio in questi giorni finirà nelle mani di
Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction che l’ex sindaco di Orta ha invitato sul lago per un convegno da tenersi in ottobre presenti la Regione Piemonte, Film Commission e altri personaggi interessati a sostenere e sviluppare una proposta singolare: aprire il gran baule dei racconti tra Otto e Novecento che hanno avuto per set naturale le nostre zone e portarli sul piccolo schermo. Ma c’è un’opera in particolare cui Morea fa riferimento: “Alpinisti Ciabattoni”, romanzo del 1888 firmato dal vercellese
Achille Giovanni Cagna. Il racconto di due commercianti che dopo una vita di lavoro dietro al banco decidono di darsi ‘la vacanza’. Scelgono così il lago d’Orta, molto distante, per quell'epoca, dalla provincia pavese. Vi arriveranno, sul lago, e andranno anche nelle valli inseguiti da una serie di equivoci, spiacevoli incidenti e disguidi che metteranno in secondo piano il piacere della scoperta di un ‘nuovo mondo’.
Leggendo il romanzo, già nelle prime battute ho immaginato il volto e l’espressione tipica di un grande personaggio dello spettacolo che vestirebbe benissimo i panni di Gaudenzio Gibella; me lo vedo in uno dei tanti momenti emblematici del romanzo quando…. Volete fare una prova? Se non avete ancora letto il romanzo vi basteranno poche battute per scoprire quale nome dello spettacolo potrebbe degnamente interpretare il ruolo del Gibella. Prima pagina del romanzo: Il treno su cui viaggiano i coniugi Gibella si ferma a Caltignaga; lui si precipita dal bigliettaio per chiedere: “C’è tempo di?”, ma non riesce finire che gli si chiude lo sportello in faccia.
Chi, meglio di Antonio Albanese può rispondere con la collaudata espressione, di un profondo ghigno di stupore misto a scoramento? E’ lui il Gibella del Cagna.
Forse l’attore avrà letto gli “Alpinisti” , ma se così non fosse vedremo di andarlo a trovare su uno dei prossimi set.
E poi dicevo dell’altro sogno nel cassetto, ma per il grande schermo. È il racconto di un’impresa storica legata al lago d’Orta che potrebbe diventare una coproduzione Italo-francese; il racconto delle vicende che nel 1909 per i campionati internazionali di canottaggio voluti dal Re si dovevano accogliere i primi turisti che sarebbero arrivati da ogni dove dando loro un servizio di navigazione degno dell’evento. Si costituì un apposito comitato che girò tutta la Costa Azzurra e la Francia intera alla ricerca di un battello che sarebbe dovuto arrivare giusto in tempo per la prima regata. E così fu, dopo meticolose ricerche in Francia, il “Riviera” lasciò il porto di Genova per essere trainato via terra da una locomotiva che superò le asperità delle Alpi per approdare sul lago del grande raduno.
Per questa gradevole storia, ho un debito di riconoscenza verso un amico di che mi donò il progetto e la relazione tecnica originale in cui si ricostruisce quell'impresa. Quasi una traccia per la sceneggiatura. Ero sindaco quando l’Avvocato Alessandro Antonielli d’Oulx mi venne a trovare omaggiandomi di quel testo “nella speranza-mi disse- che se ne possa trarre qualcosa che ricordi i sacrifici di tante persone che furono legate a un trasporto così difficile, ma riuscito. Lo sento come un impegno che, spero, di assolvere presto. Chi lo sa!”
NUOVI MURI DIPINTI:I NUOVI OMAGGI AGLI ARTISTI SOLO NEL 2021
Benché il Coronavirus abbia bloccato i nuovi progetti
dei “Legro paese dipinto’, l’“Accademia delle arti” non ha smesso di
programmare il proseguimento della ricerca storica dei vecchi film girati sui
nostri laghi, nella pianura o sulle montagne delle province confinanti con il
novarese.
In tempo di #io resto a casa sul sito dell’associazione
sono comparsi i filmati che raccontano la storia di come e quando nacque il
primo e unico museo italiano all'aperto di murale ispirati al cinema e alla
televisione prodotti da queste parti. Le pellicole realizzate tra il lago
d’Orta, il Maggiore e la pianura delle risaie tra Novara e Vercelli sono li,
sui sessantacinque muri di Legro a raccontare oltre un secolo di ciac che ha
visto finire…al muro artisti e registi di ogni tempo. Nelle opere realizzate in
22 anni da artisti di tutto il mondo, sono raffigurate scene o episodi liberamente
ispirati ai personaggi che hanno lasciato un segno. Dello scorso anno è l’inaugurazione
della “Galleria degli artisti”, nata ribattezzando amichevolmente una vecchia
via che il Consiglio della pro loco ha voluto per omaggiare con ritratti
acrilici o serigrafici divi e dive scomparsi, protagonisti di numerose opere
per il cinema e la TV: così oggi troviamo Elsa Martinelli, Valter Chiari, Ugo
Tognazzi, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Gastone Moschin.
Per l’estate 2020 era in programma l’ulteriore omaggio
ad altri artisti che purtroppo dovranno attendere un altro anno causa Covid 19:
Ermanno Olmi, Bud Spencer (curiosa la sua presenza in ‘Addio alle Armi’ con Rock
Hudson e Vittorio De Sica) Valentina Cortese e Tino Buazzelli, come esempio. Ma
già nei prossimi giorni il lavoro della Pro Loco Legro- piaccia o non piaccia a qualcuno- riprenderà con il
tesseramento 2020 in attesa di tempi migliori. Del resto, per dirla con Donizetti nella 'Lucia di Lammermoor' "Chi mi frena in tal momento..." e noi andiamo avanti incuranti di tutto.
Chiudiamo così, ascoltando questo sestetto molto carino proprio dalla
'Lucia di Lammermoor' - Chi mi frena
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