IO RESTO
A CASA
Il canto nato nelle risaie del Piemonte
Sebbene
ancora qualcuno indichi “Bella ciao” come l’inno della lotta partigiana va
detto a chiare lettere che quel canto nasce dal popolo, probabilmente quello
stesso popolo che lottò per ottenere le famose ‘Otto ore’, la giusta e sofferta
rivendicazione delle mondariso che vide la luce nel 1919. Bella ciao”, dunque,
è da considerarsi anche il canto della protesta di disperata delle lavoratrici
sfruttate nelle risaie del Piemonte, in particolare tra novarese e vercellese. Del resto, anche l’ex partigiano e giornalista
Giorgio Bocca affermò pubblicamente di non aver mai
sentito cantare “Bella ciao” nei venti mesi della guerra partigiana. “La sua
diffusione-disse- avvenne solo vent'anni dopo la fine della guerra”.
Uno slancio
deciso, possiamo aggiungere, fu poi al Festival di Spoleto (metà anni sessanta)
dove lo spettacolo “Bella ciao” venne portato, suscitando scandalo, dalla cantante
Sandra Mantovani, moglie dell’etnomusicologo Roberto Leydi (che Orta, dove vissero
a lungo, sembra aver dimenticato).
A me piace quindi pensare che ragionevolmente si tratta di
un canto popolare del folklore italiano che ben si sposa con l’affermazione
dello scrittore e ricercatore ortese Cesare Bermani il quale sostiene nell'omonimo
libro che “Bella ciao” è “l’invenzione di una tradizione”. In proposito
sviluppiamo questo tema con quanto troviamo sul sito “Treccani” dove si legge,
tra l’altro, che è. "più complicato indicare l’origine
della musica: dalla canzone popolare Bevanda sonnifera sembra prendere
il ritmo e le ripetizioni, ma ci sono molte somiglianze con il brano di musica
kletzmer Koilen, inciso a New York nel 1919 da Mishka Ziganoff, musicista zigano originario di Odessa.
A
questo punto non resta che ascoltare il brano simbolo delle mondine padane composta dopo la guerra dal mondino Vasco Scansani
di Gualtieri.
«Alla mattina appena alzata
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
alla mattina appena alzata
in risaia mi tocca andar…»
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
alla mattina appena alzata
in risaia mi tocca andar…»
![]() |
Non si può
parlare della Festa dei lavoratori senza ricordare le cronache giornalistiche
del 1° maggio del 1906 dove il quotidiano “La Risaia” proclama: “Il nostro
programma è tutto nelle tre otto: otto ore di lavoro, otto ore di svago e otto
ore di riposo. Questa è la battaglia dei socialisti!”. La firma è del
direttore, l’avvocato Modesto Cugnolio, fermo sostenitore della rivendicazione. Le
vicende dell’epoca e la conquista delle mondine sono ben raccontate nel libro “SE
8 ORE” (EFFEDI Ed.) firmato da Sergio Negri, che vi invito leggere.
Fin qui il racconto di una canzone che ognuno
interpreta cantandola come vuole.
Io mi fermo all'immagine di Silvana Mangano o di Elsa Martinelli che hanno portato sul grande e piccolo schermo "La Risaia" e uno dei capolavori del cinema italiano italiano, “Riso amaro” di cui parleremo diffusamente nel prossimo post e di come a Legro di Orta le due pellicole sono esaltate nella galleria dei murale all'aria aperta.
Io mi fermo all'immagine di Silvana Mangano o di Elsa Martinelli che hanno portato sul grande e piccolo schermo "La Risaia" e uno dei capolavori del cinema italiano italiano, “Riso amaro” di cui parleremo diffusamente nel prossimo post e di come a Legro di Orta le due pellicole sono esaltate nella galleria dei murale all'aria aperta.
Se volete una chicca andate su
questo link e troverete “Bella ciao” in molte lingue del mondo. Una vera
curiosità, anche in India
Per verificare l’assonanza
della ‘nostra’ canzone con quella di tradizione klezmer dell’israeliano Mishka Ziganoff - Oi oi di
Koilen cliccate qui https://www.bing.com/videos/search?q=koilen&qs=PF&cvid=013ffc1e013f41aaabe852bae4eb7fea&cc=IT&setlang=it-IT&plvar=0&ru=%2fsearch%3fq%3dkoilen%26form%3dEDGEAR%26qs%3dPF%26cvid%3d013ffc1e013f41aaabe852bae4eb7fea%26cc%3dIT%26setlang%3dit-IT%26plvar%3d0&view=detail&mmscn=vwrc&mid=0738E5BA6047ED6E9DF50738E5BA6047ED6E9DF5&FORM=WRVORC